Promossa da: Rete Italiana per il Disarmo - Campagna Sbilanciamoci
Campagna di pressione lanciata da Sbilanciamoci! e da Rete Italiana per il Disarmo affinché il Governo italiano rinunci all'acquisto dei cacciabombardieri JSF-F35 e usi in maniera migliore per la popolazione gli oltre 16 miliardi di spesa previsti. In questa mobilitazione è confluita la raccolta di firme della "Campagna di indignazione nazionale" promossa da GrilloNEWS che ha raccolto da aprile a luglio 2009 oltre 8700 adesioni di cittadini. La campagna è sostenuta da Unimondo e da Science for Peace, progetto della Fondazione Umberto Veronesi. Oltre alle adesioni online la campagna ha già raccolto 12.000 firme cartacee di sostegno.
Leggi qui il testo "Uniti nell'impegno" di GrilloNEWS sull'unificazione delle campagne
Appello alla mobilitazione....
Entro la fine del 2009 il Governo italiano, dopo aver chiesto ed ottenuto qualche mese prima un parere al Parlamento in poco tempo e senza praticamente dibattito, avrebbe dovuto procedere alla continuazione della produzione di 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighters che potrebbero impegnare il nostro paese fino al 2026, con una spesa complessiva di programma di quasi 16 miliardi di euro.
Si tratta di una decisione irresponsabile sia per la politica di riarmo che tale scelta rappresenta, sia per le risorse che vengono destinante ad un programma sovradimensionato nei costi sia per la sua incoerenza (si tratta di un aereo di attacco che può trasportare anche ordigni nucleari) con le autentiche missioni di pace del nostro paese. In un momento di grave crisi economica in cui non si riescono a trovare risorse per gli ammortizzatori sociali per i disoccupati e vengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all’università e alle politiche sociali, destinare 16 miliardi di euro (circa 14 per la fase di acquisto ancora da deliberare) alla costruzione di 131 cacciabombardieri è una scelta sbagliata e incompatibile con la situazione sociale del paese. Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo chiedono quindi al Governo di non procedere alla prosecuzione del programma, destinando in alternativa una parte delle risorse già accantonate a programmi di riconversione civile dell’industria bellica e agli interventi delle politiche pubbliche di cooperazione internazionale. Già a Dicembre 2009 la mobilitazione ha presentato 25.000 firme al Governo (che non ci ha ricevuto) per completare la prima fase di pressione. Siccome ad oggi (agosto 2010) il contratto di acquisto non è ancora stato firmato, per dubbi su sensatezza complessiva e ritorni industriali reali che attanagliano anche l'esecutivo, la mobilitazione prosegue ancora e chiede con forza il non acquisto dei caccia F35.
Con 16 miliardi di euro si possono fare molte altre cose in alternativa! Ad esempio si possono contemporaneamente edificare 3000 nuovi asili nido, costruire 8 milioni di pannelli solari, dare a tutti i collaboratori a progetto la stessa indennità di disoccupazione dei lavoratori dipendenti, allargare la cassa integrazione a tutte le piccole imprese. Il Governo, in questo spinto anche dal Parlamento, faccia una scelta di pace e di solidarietà; blocchi la prosecuzione del programma destinando le risorse così liberate alla società, all’ambiente, al lavoro, alla solidarietà internazionale.
Ecco il testo che invieremo per te al Governo italiano
Considerato che: Siamo in un momento di grave crisi economica e finanziaria che colpisce le famiglie e i lavoratori cosa che richiede massicci interventi contro la povertà e la disoccupazione. È necessario trovare risorse economiche in tempi rapidi per la ricostruzione dell’Abruzzo. Un solo cacciabombardiere costa come 300 asili nido o come l'indennità annuale di disoccupazione per 15mila precari. L'art.11 della Costituzione ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie di crisi.
Accogliendo le proposte della Rete italiana per il disarmo e della campagna Sbilanciamoci!, chiedo al governo italiano di bloccare la costruzione dei cacciabombardieri F-35 e di utilizzare le risorse stanziate – pari a circa 15 miliardi di euro – per finanziare ad esempio:
La ricostruzione in Abruzzo. La produzione di 8 milioni di pannelli solari per l'energia pulita. La messa in sicurezza metà delle scuole italiane. Un assegno di disoccupazione per tutti i precari che perdono il posto di lavoro.
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Documenti di approfondimento di base della mobilitazione (2009)
Alle adesioni online vanno aggiunte ad oggi circa 12.000 adesioni cartacee |